Medio Oriente

Aumenta il “traffico” di donne tra Asia e paesi arabi

di Pietro Spitaleri

Il numero delle donne e delle ragazze prese dalle repubbliche dell’Asia centrale e vendute a sceicchi arabi,  si è fortemente incrementato dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel primi anni novanta.

Le necessità finanziarie e la crisi economica hanno abbattuto i tabù che impedivano alle donne dell’Asia centrale di recarsi nei paesi arabi.

Il numero dei figli illegittimi in Asia centrale rappresenta il 31 per cento della popolazione infantile, nel 1989 era del 12,7 per cento. In Uzbekistan la crisi economica e le relazioni familiari instabili hanno costretto le donne e le ragazze   a spostarsi nei paesi arabi per trovare fonti di guadagno. In Tagikistan le donne che si “vendono” scelgono i paesi arabi nella speranza di guadagnare più denaro per le loro tasse universitarie, senza considerare le ripercussioni. Il sito La Nave Bianca ha dichiarato che questa situazione è simile in molti paesi dell’Asia centrale. 

I paesi arabi del Golfo Persico, tra cui gli Emirati Arabi Uniti (EAU), Qatar e Kuwait sono le maggiori destinazioni per le donne vittime della tratta,  per poi essere inserire nel giro dello sfruttamento sessuale. La maggior parte di queste donne vengono vendute agli sceicchi arabi come schiave del sesso. 

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