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Attentato Beirut. “Questo è il terzo attentato a cui sono scampata, non so se morirò nel quarto”

di Giovanni Sorbello

Il 2 gennaio, dopo che un’autobomba era esplosa nel quartiere di Haret Hreik nei sobborghi meridionali di Beirut uccidendo cinque persone, Maria Jawhari, una ragazza di 18 anni residente nella zona, ha postato sulla sua pagina Facebook: “Questo è il terzo attentato a cui sono scampata, non so se morirò nel quarto”. 

Dopo oltre due settimane, le sue parole sono diventate una tragica realtà. Martedì scorso Jawhari è morta a causa delle ferite subite durante l’attacco suicida che ha colpito lo stesso quartiere, non lontano da dove si era verificato l’ultimo attentato nella periferia meridionale della Beirut. Jawhari si trovava in un caffè quando è avvenuta l’esplosione, stava facendo una breve pausa dal suo lavoro in un negozio di scarpe vicino.

La stessa crudele sorte è toccata ad Ali Bashir, uno studente di Ingegneria di 19 anni, che si trovava nello stesso caffè in cui era Jawhari. Un’altra giovane vittima del vile atto terroristico rivendicato dal gruppo salafita del Fronte al-Nusra. Ali è morto poco dopo all’ospedale Bahman a causa delle gravi lesioni riportate.

Al sacrificio di queste giovani vite innocenti e a tutto il popolo libanese va il nostro sincero e forte cordoglio.

 

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