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Assad: curdi sostenuti dagli Usa sono traditori della Siria

Tutti i militanti curdi armati e sostenuti dagli Stati Uniti sono “traditori” della Siria, in particolare le Unità di protezione del popolo curdo (Ypg) attive nelle aree nordorientali del Paese grazie ai sostanziali aiuti aerei e armamenti forniti da Washington. Questa è la dichiarazione rilasciata la scorsa settimana dal presidente Bashar al-Assad nel corso di una riunione con una delegazione russa, guidata dal vice primo ministro russo Dmitry Rogozin, nella capitale siriana di Damasco.

“Quando parliamo di coloro definiti curdi, in realtà non sono solo curdi. Tutti quelli che lavorano per un Paese straniero, principalmente quelli sotto il comando americano, sono traditori a prescindere dai loro nomi”. L’Ypg è la parte principale di una più ampia coalizione di combattenti – le cosiddette Syrian Democratic Forces (Sdf) – impegnata in operazioni volte a liberare Raqqah, l’ex capitale di fatto del gruppo terroristico Daesh nella guerra che ha devastato il Paese.

Se Washington ritiene che l’Sdf, che include anche militanti arabi, sia la sua principale forza di procura che combatte sul terreno in Siria, Damasco considera la coalizione curda una forza straniera illegittima che opera sul suolo siriano, come pure considera illegittima la cosiddetta coalizione militare guidata dagli Stati Uniti che da settembre 2014 conduce attacchi aerei contro presunti obietivi Daesh senza alcuna autorizzazione da parte del governo di Damasco o un mandato delle Nazioni Unite.

Al contrario, dal settembre 2015 i jet russi hanno condotto raid aerei contro obiettivi Daesh e altri gruppi terroristici all’interno della Siria su richiesta del governo di Damasco. I raid aerei hanno aiutato le forze siriane ad avanzare contro i militanti anti-Damasco, che hanno scatenato il caos nel Paese arabo dal 2011. Il presidente Assad ha inoltre affermato che Washington ha cercato di concentrare l’attenzione della comunità internazionale esclusivamente su Daesh nel tentativo di distrarre l’attenzione del mondo da altri gruppi terroristici, il più importante dei quali è il gruppo terroristico Jabhat Fateh al-Sham Takfiri, che era precedentemente noto come Fronte Al-Nusra.

Il leader siriano ha anche toccato la questione delle elezioni presidenziali del prossimo anno in Siria, affermando che accoglierebbe con favore qualsiasi ruolo delle Nazioni Unite nel voto siriano purché collegato alla sovranità del Paese. Ha anche definito la Russia un Paese amico per la nazione siriana, dal momento che Mosca ha adottato una posizione onorevole nei confronti della Siria e del suo popolo negli ultimi sei anni di lotta contro la brutale aggressione terroristica all’interno del Paese arabo. Assad ha anche osservato che è naturale che la Russia sia un partner importante nel processo di ricostruzione della Siria in vari settori.

Rogozin, da parte sua, ha sottolineato i notevoli progressi nella cooperazione economica tra Damasco e Mosca e gli sforzi compiuti da una commissione mista russo-siriana per estendere ulteriormente questa cooperazione a beneficio dei due Paesi. Il funzionario russo ha dichiarato che l’iniziativa congiunta includerebbe anche lo sfruttamento di un deposito di fosfato siriano. Rogozin ha promesso che il suo Paese è pronto ad aiutare la ricostruzione della Siria nei suoi impianti energetici.

La delegazione russa comprendeva anche i vice ministri degli Affari Esteri, Difesa, Sviluppo economico, Energia, Trasporti, Industria e Commercio, oltre all’inviato russo a Damasco e ai direttori delle maggiori compagnie russe.

di Cristina Amoroso

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