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Argentina. Stato d’emergenza per black out elettrici e l’Enel perde a Piazza Affari

di Cristina Amoroso

In Argentina si vive in questi giorni un clima di tensione, alimentato da una serie di black out elettrici nella zona metropolitana di Buenos Aires, causati da un’ondata di caldo soffocante, e dalla recente protesta delle polizie locali che hanno innescato violenze e saccheggi e lo spettro di un bis della rivolta sociale scoppiata 12 anni fa, che portò alla fine del governo di Fernando de la Rua.

I funzionari di Buenos Aires hanno dichiarato lo stato di emergenza. Da lunedì scorso, nella capitale e in molte altre città argentine le temperature massime superano i 30 gradi, con punte che rasentano i 40, il che ha portato a consumi record di elettricità, che a loro volta hanno causato problemi di distribuzione: nella Grande Buenos Aires – l’area metropolitana in cui vivono oltre 13 milioni di persone – i black out sono diventati una realtà quotidiana, causando gravi problemi.

Le interruzioni di corrente e la conseguente mancanza d’acqua stanno interessando centinaia di famiglie in tutta l’Argentina, causando il ricovero di alcuni residenti più fragili. Tre persone sono morte a causa della canicola. Alcuni sono stati senza acqua o energia elettrica per più  di quattordici giorni.
“Senza acqua è insopportabile”, ha spiegato un uomo. “Non si può vivere. Il decimo piano, entro 48 ore, diventa  una trappola mortale. Se c’è il sole, e 38 o 39 gradi – come dicono – . I vigili del fuoco verranno a prendere i corpi”. Un altro uomo ha invitato le società di servizi e il governo a prendere provvedimenti.
“E ‘ una vergogna , è la prima cosa che viene in mente”, ha detto. “E’ una vergogna. La verità è che non si dovrebbe giocare con la gente. Sto parlando delle società elettriche, dei politici, tutto. Sono molto arrabbiato”.

Secondo i meteorologi è il mese di dicembre più caldo degli ultimi 40 anni in varie Province del Paese e sulla stessa capitale, Buenos Aires. Nella giornata del 26 dicembre la massima più alta è stata registrata presso Santiago Del Estero: ben 45,0°C. Le massime hanno varcato la soglia dei 40°C in varie zone del Paese, mentre su Buenos Aires il termometro si è fermato a 39,0°C presso l’osservatorio centrale di Villa Ortuzar. Il record cittadino, del 18 dicembre 1995, è di 40,5°C.

L’ondata di caldo sta accentuando i black-out in numerose città, mentre in alcune zone si sono abbattuti violenti temporali, forti grandinate e persino dei tornado (ad esempio nella città di San Lorenzo). Le previsioni indicano, per i prossimi giorni, un deterioramento delle condizioni meteorologiche. Il caldo infernale potrebbe facilitare lo sviluppo di enormi celle temporalesche e si teme che l’intensità dei fenomeni possano causare danni ingenti.

Alle proteste  il governo ha risposto con qualche imbarazzo: il governo ha prima evocato la possibilità di “black out programmati” per poi smentire tutto. Ora la stampa filo-governativa getta la responsabilità sulle aziende elettriche. I principali quotidiani nazionali hanno pubblicato un comunicato firmato da centinaia di personalità di spicco, favorevoli all’amministrazione di Cristina Fernandez de Kirchner in cui accusano “settori che agiscono fuori dalla legge” di voler organizzare “atti di violenza” per tornare “al passato”.

Il governo argentino ha accusato le società di distribuzione per le interruzioni. E l’ Enel perde lo 0,58%  a Piazza Affari dopo che il governo argentino ha minacciato di prendere il controllo delle principali società che si occupano della distribuzione dell’elettricità nel Paese, Edenor e Edesur. “Se non sono disposti a dare alla gente il servizio che merita, saremo disposti ad assumere tale servizio”, ha detto il capo di gabinetto, Jorge Capitanich.

Edenor, di proprietà dell’argentina Pampa Energia ed Edesur, controllata indirettamente da Enel tramite Endesa, sono le maggiori società di distribuzione elettrica del Paese. Il governo del presidente Cristina Fernandez de Kirchner ha espropriato diverse aziende durante i suoi sei anni di mandato tra cui una società idrica, la compagnia petrolifera Ypf e la più grande compagnia aerea del Paese, Aerolineas Argentinas. “Così come abbiamo fatto con Aerolineas Argentinas e Ypf, non esiteremo a prendere le decisioni necessarie se le società Edenor ed Edesur non ripristineranno immediatamente le forniture elettriche”, ha affermato il ministro Julio de Vidowas.

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