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Ancora truppe Usa nell’Est Europa: il Pentagono vuole mantenere alta la crisi

di Redazione

L’Us Army intende aumentare ancora la propria presenza nell’Est Europa: nei giorni scorsi, il Capo di Stato Maggiore dell’Us Army, il Gen. Ray Odierno, ha parlato di un progetto per l’invio permanente in Germania di una brigata corazzata e di un’intera divisione nell’Est Europa.

In tale ottica, per come confermato dal Gen. Ben Hodges, Comandante del Us Army Europa, è in corso di valutazione il rischiaramento permanente della 4^ Divisione di Fanteria completa di battaglione aereo e supporti di artiglieria e logistici; ad essa potrebbe aggiungersi il 10° Gruppo Operazioni Speciali.

Queste truppe si vanno ad aggiungere a quelle inquadrate nella Task Force di reazione rapida varata durante il vertice Nato tenutosi in Galles nel settembre scorso, e ai materiali di una brigata pesante corazzata, che saranno preposizionali fra Paesi Baltici e dell’Est Europa entro dicembre (si parla di almeno 1.200 veicoli corazzati e blindati fra cui 220 carri M1-A2 Abrams).

Questo fiume di mezzi sarà “parcheggiato” in Germania, a Mannheim e nella base di Grafenwoer, in attesa che i Paesi che dovranno ospitarli attrezzino le installazioni entro l’estate prossima.

L’intero progetto complessivo di schieramento di uomini e mezzi dovrebbe essere completato entro due anni.

Nella realtà, tutto questo è solo una sceneggiata a beneficio di polacchi, baltici ed altri europei dell’Est: gli Usa non si sognano di ipotizzare uno scontro con la Russia; a loro basta tenere alta la tensione. Quelle truppe servono a tranquillizzare i loro alleati/sudditi dell’Est, che continuano a vagheggiare rivalse verso Mosca; rassicurati da quei mezzi corazzati, che di certo per loro non rischierebbero nulla, continueranno a seguire puntualmente gli ordini di Washington, coinvolgendo il resto di un’Europa sempre più succube.

La vera missione di quelle truppe è deteriorare le relazioni fra Europa e Russia; impedire collaborazioni fra due Sistemi naturalmente sinergici e così indebolire entrambi anche con l’aiuto di sanzioni suicide. Una missione resa sempre più facile dall’autolesionistica sudditanza dei Governi europei.

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