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Amnesty: Peshmerga, criminali di guerra?

di Carla Cacciavillani

I Peshmerga curdi, fin dal 2014 quando lo “stato islamico” ha preso il controllo di Mosul e della restante parte settentrionale dell’Iraq, sono stati le maggiori forze di opposizione.

In un recente comunicato, Amnesty International ha dichiarato che mercoledì le forze curde hanno volontariamente distrutto migliaia di abitazioni a nord dell’Iraq, tra le provincie di Kirkuk, Nineveh e Diyala, nella regione del Kurdistan. Molte abitazioni sono state distrutte con i bulldozer dopo averle bruciate e fatte saltare in aria.

Amnesty International ha raccolto informazioni sul campo in 13 città e villaggi e aver ascoltato oltre cento testimoni; a supporto dell’inchiesta di Amnesty ci sono le immagini satellitari che documentano le distruzioni compiute dalle forze curde e yazide e altri gruppi armati provenienti da Siria e Turchia. Molte case sono state saccheggiate e incendiate, in un primo momento i combattenti curdi hanno accusato i terroristi dell’Isil, ma poi in un secondo momento si è scoperto che il loro obbiettivo era quello di non far tornare gli arabi nella zona.

Questa ricerca è stata condotta da Donatella Rovera, consulente di Amnesty International, che afferma che questi sfollamenti forzati di civili e la deliberata distruzione di proprietà senza alcuna autorizzazione, sono da definire crimini di guerra e invita la comunità internazionale che dovrebbe combattere in prima linea l’Isil a condannare pubblicamente queste violenze.

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