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Almeno in Libano si può andare orgogliosi di essere italiani

Libano – Ci sono poche occasioni in cui ci si può sentire orgogliosi di essere italiani, a maggior ragione quando si parla del ruolo dell’Italia in politica estera. Conosciamo bene il livello di asservimento che il Bel Paese subisce passivamente da 70 anni nei confronti degli Stati Uniti, che ancora oggi decidono e segnano le sorti del Paese e soprattutto la sua quasi insignificante politica estera.

Ma c’è un Paese, anch’esso bagnato dal Mediterraneo, dove essere italiano rappresenta un motivo di vanto e ci si sente realmente orgogliosi. Questo Paese è il Libano, dove da nove anni, dalla fine dell’aggressione israeliana che causò la morte di 1.400 civili lasciando mezzo Paese distrutto, le nostre truppe sono presenti all’interno della missione Unifil, svolgendo un lavoro estremamente apprezzato dalla comunità locale, e forse, è l’unica occasione in cui l’Italia svolge un ruolo all’estero senza subire l’ingerenza degli Stati Uniti.

Tra le ultime attività svolte dal nostro contingente in Libano, c’è stata due giorni fa la consegna di un carico di aiuti umanitari e forniture mediche alla Fondazione Imam Sadr, nella città meridionale di Tiro. Il carico è composto da 2 apparati per dialisi, 10 letti da degenza completi di materassi e cuscini ignifughi, 1 montascale per disabili, 4 carrozzelle e 2 montacarichi. La Fondazione Sadr è tra le strutture caritatevoli più attive in tutta la regione meridionale, un territorio che da decenni soffre della totale assenza delle istituzioni nazionali, e che può contare esclusivamente sulle fondazioni caritatevoli del movimento di Hezbollah.

Nel corso della consegna del carico di aiuti, la Fondazione Sadr ha organizzato una cerimonia a cui hanno partecipato la signora Rabab al-Sadr (sorella dell’Imam Musa al-Sadr), il colonnello Massimiliano Quarto, comandante di Italbatt e diversi giornalisti e ufficiali italiani.

L’iniziativa rientra nel quadro dei progetti proposti dal contingente italiano in collaborazione con diverse associazioni non governative italiane a favore della popolazione locale del sud del Libano.

di Giovanni Sorbello

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