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Irlanda del Nord, Gb annuncia fine indagini abusi

Sono trascorsi 50 anni dall’agosto del 1969 quando le truppe inglesi furono schierate a Belfast e Derry per reprimere la comunità nazionalista irlandese. Questo intervento militare intensificò il conflitto settario e politico dell‘Irlanda del Nord, sfociando in trent’anni di guerra civile. Il nuovo governo Tory ha deciso di celebrare il 50° anniversario dichiarando che i veterani dell’esercito che avevano prestato servizio nell’Irlanda del Nord non dovevano essere processati senza che venissero alla luce “nuove prove”.

Il nuovo segretario alla Difesa, Ben Wallace, ha annunciato la decisione durante un evento in occasione del 50° anniversario dell’inizio dell’intervento militare britannico nell’Irlanda del Nord. La decisione di Wallace è un duro colpo per le famiglie di coloro che sono stati uccisi illegalmente dall’esercito britannico, i suoi alleati lealisti e coloro che sono stati sottoposti ad abusi e torture durante gli interrogatori dell’esercito. Uno dei casi più noti di tortura nell’Irlanda del Nord è il cosiddetto incidente degli “uomini incappucciati”, quando 14 uomini furono arrestati dall’esercito britannico e portati in un luogo segreto a Ballykelly, nella contea rurale di Derry, prima di essere sottoposti a brutali torture dalle quali non si sono mai ripresi.

L’Irish Times ha rivisitato l’incidente nel luglio 2015 parlando con i sopravvissuti di quel primo episodio di tortura e abusi. Uno dei sopravvissuti, Joe McLean, ha elencato 22 tecniche di tortura di inaudita violenza. Secondo il Pat Finucane Center, un’organizzazione per i diritti umani, i nastri degli interrogatori di Ballykelly sono stati usati per addestrare gli ufficiali dell’intelligence britannica. Il centro prende il nome da un importante avvocato che fu assassinato nel 1989 da terroristi lealisti collegati alla Force Research Unit (Fru), un braccio dell’intelligence dell’esercito britannico, che da allora è stato sciolto. L’ampio legame della Fru con i gruppi terroristici lealisti ha dato origine a tre cosiddette inchieste di “collusione” di Sir John Stevens, ex commissario della polizia metropolitana.

Nell’aprile del 2003, alla fine della sua terza inchiesta, Stevens ha ammesso di aver scoperto la collusione tra l’esercito britannico e i gruppi terroristici lealisti a un livello ampiamente superiore rispetto le sue scoperte iniziali nel 1990. Le indagini di Stevens sono state giudicate incomplete e le vittime di abusi dell’esercito ritengono che abbia cercato di coprire l’entità della collusione. L’annuncio di Wallace, secondo cui non ci sarebbero più indagini sulle violazioni dell’esercito in assenza di nuove “prove”, significa effettivamente che il tentativo del governo britannico di indagare sulla “collusione” è ormai terminato. Questa decisione potrebbe sconvolgere la comunità repubblicana nell’Irlanda del Nord ed esacerbare le tensioni politiche e settarie nella regione travagliata. Inoltre, l’annuncio di Wallace arriva sulla scia dell’intensificata tensione politica legata alla Brexit nell’Irlanda del Nord. Alla fine di luglio, Lou McDonald, il presidente del principale gruppo repubblicano, Sinn Fein, ha richiesto in caso di Brexit un sondaggio di unificazione irlandese.  

di Giovanni Sorbello

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