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Bibi vuole che i palestinesi diventino sionisti

di Cristina Amoroso

Il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu (soprannominato Bibi)  sul podio dell’Università Bar-Ilan nel 2009 aveva tenuto un discorso moderato in cui aveva riconosciuto per la prima volta la soluzione dei due Stati, israeliano e palestinese, discorso che non ha ripetuto, nella sostanza, domenica 6 ottobre, quando ha preso un indirizzo da falco affermando tra l’altro che: “Non ci sarà pace a meno che i palestinesi non riconoscano lo Stato ebraico e non rinuncino al Diritto al ritorno”.

Il fulcro del discorso di Netanyahu è stata l’insistenza sul fatto che i palestinesi riconoscano Israele come stato ebraico. Perché questa insistenza?

Grazie all’IMEU (Institute for Middle East Understanding) riusciamo a comprendere il perché della richiesta di Israele di riconoscere lo “Stato ebraico”, e perché per i palestinesi questo significa chiedere loro di accettare il proprio  sradicamento e spossesso della loro terra.

Perché i Palestinesi si oppongono al riconoscimento di Israele come stato ebraico?

Riconoscere  Israele come Stato ebraico significa, di fatto avallare la discriminazione istituzionalizzata di Israele contro i palestinesi cittadini arabi e altri non-ebrei dello Stato, che costituiscono circa il 20% della popolazione, circa 1,6 milioni di persone.

Riconoscere Israele come Stato ebraico significa effettivamente rinunciare al diritto riconosciuto a livello internazionale di ritorno dei rifugiati palestinesi cacciati dalle loro case e terreni durante la creazione di Israele nel 1948.

Riconoscere  Israele come Stato ebraico significa avallare una narrazione ideologica che nega e distorce la storia palestinese, e cerca di subordinare i diritti umani palestinesi fondamentali al bene degli ebrei israeliani.

Perché il governo israeliano pretende che i palestinesi riconoscano Israele come stato ebraico ?

La richiesta che i palestinesi riconoscano Israele come “Stato ebraico” è radicata in un desiderio di Israele di mantenere uno Stato a maggioranza ebraica, in cui gli ebrei godono di diritti e privilegi non concessi a cittadini non ebrei, in una regione che è prevalentemente araba. Gli israeliani sperano che, ottenendo dai palestinesi il riconoscimento ufficiale di Israele come Stato ebraico in un accordo di pace, possano negare in modo efficace il diritto al ritorno dei palestinesi e legittimare in anticipo tutte le misure legali discriminatorie che prenderanno in futuro per garantire una maggioranza ebraica.

Per la linea dura di Netanyahu, che si vantava dopo il suo primo mandato (1996-1999) “di porre fine de facto agli accordi di Oslo” insistendo sul riconoscimento di Israele come Stato ebraico da parte dei Palestinesi, questa posizione è potenzialmente un modo per sabotare i negoziati, incolpando i Palestinesi di essere negazionisti.

Origini della richiesta ai Palestinesi

Israele non ha insistito sul fatto che tutti i Paesi del mondo, compresi gli Stati Uniti e i due Paesi arabi confinanti con cui  Israele ha trattati di pace, l’Egitto e la Giordania, lo riconoscano come uno Stato ebraico.

Nel 1988 , l’OLP ha riconosciuto lo Stato di Israele. Questo è stato un compromesso storico da parte dei palestinesi, che hanno effettivamente rinunciato a reclamare il 78 % della Palestina storica. Nel 1993, tra l’OLP e il governo di Israele ci fu uno scambio di lettere ufficiali, in cui i palestinesi ancora formalmente riconobbero “il diritto dello Stato di Israele ad esistere in pace e sicurezza”.

La richiesta che i palestinesi riconoscano Israele come “Stato ebraico” non faceva parte dell’originale processo di pace di Oslo nel corso del 1990, apparendo la prima volta solo nel 2001, quando i funzionari dell’amministrazione Bush hanno cominciato a farne menzione. Prima di questo, ai palestinesi era solo stato chiesto di accettare l’esistenza di Israele come Stato. Solo nel 2007 funzionari israeliani iniziano a chiedere che i palestinesi formalmente riconoscano Israele come “stato ebraico”.

Il presidente Barack Obama ha adottato il sostegno del presidente George W. Bush alla nuova richiesta ai palestinesi, chiedendo pubblicamente ai palestinesi di riconoscere Israele come “Stato ebraico”.

Discriminazione istituzionalizzata contro i cittadini non ebrei di Israele

Il Dipartimento di Stato nella relazione del 2012 riguardante Israele e i territori palestinesi occupati, rilasciata nel mese di aprile 2013, ha osservato che i cittadini palestinesi di Israele soffrono di “discriminazione istituzionale e sociale… in particolare l’accesso a pari opportunità di istruzione e di occupazione”. Mentre gli arabi palestinesi costituiscono circa il 20 % della popolazione di Israele (circa 1,6 milioni di persone), come non-ebrei sono confinati da politiche di legge e dalla suddivisione in zone a solo il 3,5% del territorio. Circa il 93 % della terra in Israele, è di proprietà dello Stato o di enti parastatali, come ad esempio il Fondo Nazionale Ebraico, che discrimina i non-ebrei. I cittadini palestinesi di Israele devono affrontare notevoli ostacoli giuridici nell’accesso ai terreni per l’agricoltura, residenziali, o di sviluppo commerciale .

Dal momento della costituzione di Israele nel 1948, circa 600 nuovi comuni sono stati creati per le comunità ebraiche, mentre solo una manciata sono stati creati per i non ebrei .
Decine di migliaia di beduini e di altri cittadini non ebrei di Israele vivono in villaggi non riconosciuti dallo Stato. Ben 70.000 cittadini beduini di Israele attualmente sono stati sfrattati dalle loro terre ancestrali nel deserto del Negev, parte del cosiddetto “piano Prawer” per “giudaizzare” la zona .
Risorse del governo israeliano sono sproporzionatamente indirizzate agli ebrei, un fattore importante nel causare i cittadini palestinesi di Israele a subire i più bassi livelli di vita nella società israeliana da parte di tutti gli indicatori socio-economici.
I finanziamenti governativi per le scuole arabe sono di gran lunga inferiori a quelli destinati alle scuole ebraiche. Ci sono più di 50 leggi israeliane che privilegiano gli ebrei o discriminano i non ebrei. Queste leggi influenzano tutto, dalla immigrazione e ricongiungimento familiare ai diritti di proprietà della terra. Includono:

La Legge sulla cittadinanza e l’ingresso in Israele che costringe migliaia di cittadini palestinesi di Israele a lasciare Israele o a vivere separati dalle loro famiglie. Nel gennaio 2012, la Corte suprema israeliana ha confermato la legge, affermando che “I diritti umani non sono una ricetta per un suicidio nazionale”. In un editoriale, il rispettato quotidiano liberale israeliano Haaretz ha denunciato la decisione come spinta di Israele in basso “verso il pendio scivoloso di apartheid”.

Nel 2011, il governo israeliano ha approvato una legge che consente a circa 300 centri rurali ebraici a maggioranza israeliani di rifiutare i residenti che non soddisfano uno standard vago di “ idoneità sociale”. I critici, tra cui Human Rights Watch, ha considerato la mossa come un tentativo di consentire alle città ebraiche di tenere fuori gli arabi e gli altri non ebrei.

La Legge di acquisizione della terra per fini pubblici consente al governo israeliano di confiscare terreni per “scopi pubblici”, legge usata ampiamente unitamente ad altre leggi che permettono di acquistare terreni e proprietà degli “assenti”, di confiscare terre palestinesi in Israele. La Legge del Ritorno permette agli ebrei nati in tutto il mondo di immigrare in Israele e ricevere automaticamente la piena cittadinanza, mentre Israele nega lo stesso diritto ai palestinesi, che sono nati ed espulsi da quello che divenne Israele nel 1948, e ai loro discendenti.

Nel 2011, il governo israeliano ha approvato la cosiddetta “legge Nakba”, che impedisce la commemorazione pubblica della “Nakba” (la catastrofe) per i gruppi che ricordano la tragedia che colpì i palestinesi durante la creazione di Israele nel 1948, quando circa 750.000 arabi palestinesi furono espulsi da Israele etnicamente ripulita per creare una maggioranza ebraica nello Stato.

La sintesi del discorso di Netanyahu su Twitter? Bibi wants the Palestinians to become zionists!

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