Primo Piano

Un secondo colpo di Stato in Italia e il “teatrino” può continuare

di Mauro Indelicato

Dunque, l’Italia da oggi è retta da un consiglio di saggi; se in nottata le lancette degli orologi sono andate avanti di un’ora per effetto dell’ora legale, quelle della storia invece vanno indietro di parecchio tempo. Di fatto, ci manca soltanto che il Presidente Napolitano nomini un cavallo Senatore e torniamo dritti dritti ai tempi della dinastia Giulio – Claudia nei primi anni di impero Romano.

L’effetto immediato che l’insediamento che questi “saggi” avranno, consisterà nel dare all’attuale governo Monti una legittimazione a non essere un governo uscente dedito a gestire meramente l’ordinaria amministrazione, ma un governo con pieni poteri, coadiuvato dai dieci personaggi che secondo Napolitano dovrebbero individuare le riforme istituzionali ed economiche adeguate per risollevare le sorti di un Paese sempre più nel ridicolo.

Leggendo bene la situazione, sembra trattarsi di un vero e proprio colpo di Stato: non è bastato quello del 17 novembre 2011, quando si è spodestato un governo Berlusconi certamente discutibile ma espressione legittima della volontà elettorale degli italiani, per mettere il fedel Monti a palazzo Chigi, adesso la troika europea ci riprova e, nonostante un meno che mediocre risultato della lista di Monti alle elezioni, ha fatto in modo che l’ex di Goldman Sachs restasse al timone e gestisca senza particolari limiti la transizione.

La sensazione che si ha, è che tutto era stato già deciso: si è dato vita al teatrino delle consultazioni, si è fatto in modo che PD, PDL e M5S, le tra maggiori forze politiche, non trovassero accordi, o meglio, che non li cercassero affatto, dopodiché per screditare l’esito del voto, con la scusa dello stallo politico, si è tirata fuori una soluzione mai adottata, di stampo medievale da un lato e molto simile ai politburi sovietici dall’altro e soprattutto, come detto prima, che permette al maggiore servitore italiano della Troika di restare a galla a Palazzo Chigi, in modo che si possa quantomeno gestire la transizione verso l’elezione del nuovo presidente della Repubblica.

Da ieri sera, si può ben dire, la democrazia in Italia, quella poca che ne era rimasta, è ufficialmente stata bloccata e sospesa: scorrendo poi i nomi dei dieci saggi, sembra quasi di vivere all’interno di una gigantesca burla e che da un momento all’altro qualcuno vada in tv a dire “tranquilli, era solo uno scherzo”.

Violante, Quagliarello, Mauro, sono solo alcuni dei nomi che rappresentano il peggio della prima e seconda repubblica e che adesso faranno da spalla al governo voluto dall’Europa, che non a caso è tra le prime a “complimentarsi” con Napolitano per il presunto “coraggio” dimostrato nella scelta.

In realtà, la troika e chi per lei, ha visto una brutta aria nel paese, ha notato come l’austerity ha fatto precipitare il consenso a Monti ed in generale ai filo – europeisti e non poteva permettersi di avere un governo capitanato o comunque solo appoggiato da uno tra Grillo o Berlusconi ed ecco che, con il buon viatico dello stallo da superare a tutti i costi, si è imposto un consiglio di saggi.

Il quadro che esce fuori, è quello di un’Italia umiliata e vilipesa, oltre che presa in giro, in cui mentre la gente patisce sempre di più la fame e la povertà, un manipolo di “saggi” sembra divertirsi nel far affiorare giorno dopo giorno debolezze e ridicolaggini di quello che un tempo era definito il “bel Paese.”

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