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Usa-Russia e le elezioni della discordia

Le relazioni tra Usa e Russia stanno pericolosamente raggiungendo i minimi storici dell’ultimo decennio. Prima il nodo Siria, che vede i due antagonisti della Guerra Fredda su schieramenti opposti. Poi le elezioni americane e le accuse di un cyber attacco in caso di interferenza russa. Ora arriva il no di tre Stati americani al monitoraggio degli osservatori russi per le elezioni presidenziali Usa dell’8 novembre. Secondo quanto riportato dal Washington Post, le autorità russe avrebbero chiesto ai funzionari statunitensi di poter accedere come osservatori ai seggi elettorali. L’ammissione di rappresentanti internazionali è prassi durante le elezioni presidenziali ma la richiesta da parte del Cremlino è stata considerata come tentativo di interferenza da tre stati: Texas, Oklahoma e Louisiana.

Il No di Texas, Oklahoma e Louisiana

Elezioni Usa Trump-Clinton
Elezioni Usa 2016

Il console russo a Houston, Alexander K. Kazharov, aveva inviato una lettera formale in cui chiedeva ai vari Stati la presenza di rappresentanti del Consolato Generale della Federazione Russa nei vari seggi elettorali. La motivazione ufficiale era lo studio dell’organizzazione del momento elettorale negli Stati Uniti durante un’elezione così importante.

“Sarebbe un onore offrire l’opportunità di osservare il nostro processo di voto, ma è vietato dalla legge statale consentire a chiunque, tranne che ai funzionari elettorali e agli elettori, sostare intorno alla zona dove si svolge la votazione”, questa la risposta di Chris Benge, Segretario di Stato dell’Oklahoma.

La risposta del Dipartimento di Stato Usa

John Kirby, portavoce del Dipartimento di Stato, ha sottolineato come in realtà le leggi americane consentano a osservatori stranieri di monitorare il processo elettorale. Legge valida anche per la delegazione russa, ma solo se si attiene alle specifiche procedure. Tuttavia, date le accuse mosse dalla Casa Bianca circa il tentativo di influenzare il risultato elettorale Usa tramite attacchi informatici, le richieste russe vengono lette come mera propaganda. “Il fatto che abbiano scelto di non aderire alla missione degli osservatori dell’Osce dimostra che la questione non è altro che una trovata pubblicitaria” ha concluso Kirby. La Russia avrebbe infatti rifiutato di far parte del team formato dall’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce), per controllare l’andamento delle elezioni nei Paesi membri.

di Irene  Masala

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