Cronaca

Scandalo Mose: autorizzazione all’arresto di Giancarlo Galan

di Redazione

Con 395 voti favorevoli, 138 contrari e 2 astenuti, la Camera ha concesso l’autorizzazione all’arresto di Giancarlo Galan, richiesto dalla Magistratura veneziana nell’ambito dell’inchiesta sul Mose. Secondo le accuse, l’ex Governatore del Veneto ed ex Ministro, per decenni tanto potente da essere soprannominato il Doge, era a libro paga del Consorzio Venezia Nuova, presieduto allora da Giancarlo Mazzacurati, per circa un milione di Euro all’anno, oltre a molti altri “favori” come il costoso restauro delle sue ville.

Secondo il pool di magistrati della Procura di Venezia, quel denaro sarebbe servito a “favorire” il Consorzio in tutti gli atti amministrativi relativi alla Regione e non solo.

A “incastrare” Galan, oltre alle numerose e concordanti testimonianze degli altri indagati, è stato il tenore di vita assai al di sopra delle sue possibilità appurato dalla Guardia di Finanza.
L’ex Ministro, che si trovava in ospedale a Este per una frattura, è stato dimesso e si è recato nella sua abitazione, in attesa della notifica del provvedimento cautelare. All’uscita dell’ospedale, invitato a commentare il voto dell’Aula che autorizzava il suo arresto, s’è limitato a dire d’essere “incazzato…ma tanto!”.

Scusate il turpiloquio, ma se qualcuno deve essere incazzato, ma tanto, con lui e con tutta quella genia che ha retto a quel modo la cosa pubblica per decenni, dovrebbero esserlo gli italiani, che stanno scontando e sconteranno ancora per chissà quanto tempo i disastri, le ruberie, il malaffare e la disamministrazione perpetrati da questa gente, che conserva una spudorata arroganza anche quando è finalmente sulla soglia della galera.

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