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Parlamento iraniano chiede restrizioni diplomatiche con Londra

Il Parlamento iraniano sta lavorando ad una mozione che concerne la riduzione dei rapporti diplomatici di Teheran con Londra, in risposta alle recenti dichiarazioni ostili del Primo Ministro britannico, Theresa May.

iranEra soltanto il 5 settembre 2016 quando il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, annunciava il ripristino delle relazioni diplomatiche tra il Regno Unito e l’Iran, dopo cinque anni di interruzione, dichiarando: “Questo è un momento importante per i nostri due Paesi… spero che sia l’inizio di una cooperazione più produttiva”. La decisione rifletteva il progressivo disgelo dei rapporti sulla scia dell’accordo nucleare iraniano e una figura chiave nel team negoziale nucleare iraniano, Hamid Baeidinejad, fu nominato ambasciatore iraniano nel Regno Unito.

Una cooperazione che rischia di durare poco più di tre mesi, considerato che “la mozione sulla riduzione dei rapporti diplomatici tra i due Paesi è in linea con le funzioni di rappresentanti della nazione”, come ha dichiarato Alaeddin Boroujerdi, presidente del Comitato per la sicurezza nazionale e la politica estera del Parlamento.

Le vergognose dichiarazioni ostili del Primo Ministro Britannico Theresa May

Il 6 dicembre, quando ha preso il via in Bahrain la 37ma sessione del Vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo(Ccg), i media arabi hanno presentato il summit dei Paesi del Golfo come molto importante, in quanto insieme ai capi di Stato regionali avrebbe partecipato alla riunione anche il premier britannico, Theresa May.

E il 7 dicembre Theresa May ha fatto il suo primo intervento dopo l’elezione di Donald Trump, che ha minacciato di “stracciare l’accordo sul nucleare con l’Iran”, del quale il Primo Ministro britannico ha sottolineato la “vitale importanza”, affermando che l’Iran rimane “la minaccia” per la stabilità del Medio Oriente e che il Regno Unito non può ignorare le “azioni iraniane aggressive” in Siria e Yemen, e aiuterà il Ccg a respingere tali azioni.

La figura senior del Parlamento iraniano ha riferito che Teheran aveva già messo in guardia Londra sull’invio di una risposta proporzionata da parte dell’Iran, ricordando inoltre che in precedenza il Parlamento iraniano aveva votato per diminuire i rapporti con Londra nel 2011, a cui il Governo britannico aveva risposto appoggiando sanzioni internazionali più severe per il programma nucleare contro l’Iran.

Uno sviluppo inquietante i rapporti bilaterali tra Iran e Regno Unito

Negli ultimi cinque anni i rapporti bilaterali tra Iran e Regno Unito hanno visto momenti di alti e bassi, su un percorso in lento miglioramento. Il punto più basso è stato toccato nel novembre del 2011, quando il Parlamento iraniano aveva votato l’espulsione dell’ambasciatore britannico e la riduzione delle relazioni diplomatiche in risposta alle nuove sanzioni contro l’Iran. Dopo il voto, un gruppo di manifestanti aveva attaccato l’ambasciata britannica chiedendo l’immediato allontanamento dell’ambasciatore. Di conseguenza, il Governo britannico aveva ordinato la chiusura dell’ambasciata iraniana a Londra e il ritiro del suo staff entro 48 ore.

I due Paesi hanno ripreso i loro rapporti  nel 2015 tramite l’assegnazione di incaricati d’affari, in parte influenzati dalla prospettiva di un accordo positivo sul nucleare con l’Iran. L’accordo è stato annunciato nel mese di luglio del 2015, i ministri degli Esteri di Iran, Stati Uniti, Russia, Cina, Inghilterra, Germania, Francia davanti alle telecamere a Vienna il 14 luglio, segnando un disgelo nelle relazioni tra l’Iran e l’Occidente.

Un mese più tardi, il ministro degli Esteri britannico, Philip Hammond nel corso di una visita ufficiale in Iran, ha riaperto l’ambasciata britannica a Teheran, dichiarando più tardi: “La cerimonia di oggi segna la fine di una fase nel rapporto tra i nostri due Paesi e l’inizio di uno nuovo”.

Intanto l’Iran vieta ogni incontro davanti all’Ambasciata britannica, considerati gli inviti anonimi a manifestazioni di protesta contro la Gran Bretagna, iniziati dopo che il leader della Rivoluzione islamica Ayatollah Seyyed Ali Khamenei ha duramente criticato i funzionari britannici, in particolare il primo ministro, Theresa May, per le loro dichiarazioni anti-Iran.

“Non è il caro Iran oppresso una minaccia per il Medio Oriente, è il Regno Unito fonte e causa di minacce, corruzione, pericolo e miseria”, sono le parole del supremo Leader iraniano.

di Cristina Amoroso

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