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Abd al-Rahman, morire a 18 mesi in Palestina

Quella di Abd al-Rahman Barghouti, 18 mesi, è una delle tante storie tragiche che si consumano quotidianamente in Palestina tra il silenzio omertoso e complice del mondo. A causa delle sue gravi condizioni causate dall’inalazione di gas lacrimogeni, il piccolo Abd al-Rahman è stato trasferito all’ospedale Hadassah a Gerusalemme Ovest, dove è stato dichiarato morto venerdì sera.

Il neonato è stato ferito dopo gli scontri scoppiati lo scorso 19 maggio in Cisgiordania, a sostegno dei 1.300 prigionieri palestinesi che stavano portando avanti lo sciopero della fame per ottenere condizioni migliori nelle prigioni israeliane. Quel giorno, le forze militari israeliane hanno sparato lacrimogeni anche all’interno delle case palestinesi, ferendo diversi civili, tra cui Abd al-Rahman.

L’esercito israeliano ha arbitrariamente sparato anche con armi da fuoco sui manifestanti, ferendo parecchi giovani palestinesi. Successivamente, i soldati israeliani hanno impedito alle ambulanze della Mezzaluna Rossa palestinese di raggiungere la casa del piccolo per soccorrerlo, costringendo i medici palestinesi a correre a piedi verso l’abitazione del bambino e fornire il primo soccorso. Abd al-Rahman è diventato il 36esimo martire palestinese ucciso dalle forze militari israeliane dall’inizio del 2017.

Questa incredibile tragedia umanitaria non ferma la fede e il coraggio del popolo di Palestina che, tra miseria e disperazione, non dimentica mai di rinnovare quell’atto di fede e di Resistenza, rimasto ormai l’unica arma di fronte ai crimini dell’oppressore e all’indifferenza dei complici.

 

di Redazione

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