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Tattiche e strategie tra Russia e Arabia Saudita

In Medio Oriente rapporti controversi, mosse ben calcolate o polarizzazione ideologica rendono estremamente confuso e complesso il quadro interpretativo di diversi legami ambigui: Russia-Arabia Saudita, Russia-Israele, Russia-Turchia, che si intersecano tra loro nella legge dialettica “unità e conflitto degli opposti” tra interessi diversi, rapporti di forza in campo internazionale e costellazioni di potere.

Russia-Arabia SauditaRussia-Arabia Saudita

Accettando nel 2015 l’invito del presidente Vladimir Putin a visitare la Russia, Salman bin Abdulaziz Al-Saud, il re dell’Arabia Saudita, diede il primo segnale di avvicinamento tra il “Faro dell’Islam” e l’Orso russo. L’intento del Regno di migliorare i rapporti fu confermato durante il giugno dello stesso anno, con la visita in Russia della delegazione guidata dal vice principe ereditario e ministro della Difesa saudita, Mohammad Bin Salman, accolto dal presidente Vladimir Putin a margine del Forum economico internazionale 2015 di San Pietroburgo.

Nel corso della visita il principe ebbe toni affabili ed affermazioni deferenti: “Questo evento può diventare un punto di svolta nel rapporto con la Russia”. La delegazione saudita comprendeva anche il vice capo della Marina Saudita, ammiraglio Ibrahim Nasir. Visitando il Supermarket militare 2015 dell’esercito, disse che il suo Paese era interessato a navi russe, in particolare alla nuova classe Stereguščij. “Sì, siamo interessati, è per questo che siamo qui, e non stiamo parlando solo della Marina. Siamo interessati a fregate, corvette e navi di guardia. E’ troppo presto per confrontare i prezzi, valutare la logistica e poi saremo in grado di prendere decisioni effettive”, disse l’ammiraglio.

La discussone sulla cooperazione energetica, su investimenti reciproci suggerisce che vi sia stato un importante passo avanti nel rapporto. Secondo i media, almeno 25 aziende russe erano già interessate ad investire in progetti di agricoltura, industria, sanità e istruzione in Arabia Saudita. Certo, imprese saudite e russe hanno condiviso interessi in diversi fattori, anche se sono scarse le informazioni sui progetti. Un altro fattore importante in gioco è l’ambizione del giovane principe saudita, che ha dimostrato una maggiore indipendenza politica rispetto alla consuetudine nella gerarchia saudita.

Un fattore da considerare è la riforma della successione in Arabia Saudita e gli spostamenti nel governo che non dovrebbero esseri visti come drastico cambiamento di politica, ma come possibilità di mutamenti dovuti alla nuova generazione.

Salman è stato incoronato come il nuovo re dell’Arabia Saudita il 23 gennaio 2015 dopo la morte del suo fratellastro, re Abdullah. Nell’aprile 2015 ha annunciato che la regalità sarebbe passata ad una nuova generazione per la prima volta dal 1953. Il più giovane figlio superstite di King Abdulaziz, il fondatore della dinastia, è stato sostituito come principe ereditario da Mohammed bin Nayef, il primo della sua generazione ad essere spinto nelle più alte sfere del governo, continuerà ad agire come ministro degli Interni, ma anche a svolgere il ruolo di vice primo ministro come principe ereditario. Il principe Mohammed bin Salman, che sta supervisionando gli attacchi aerei sauditi in Yemen, rimarrà ministro della Difesa come vice principe ereditario.

La decisione della nuova leadership saudita di sviluppare le relazioni con la Russia potrebbe andare al di là del rapporto bilaterale e cambiare la situazione in Medio e Vicino Oriente, o addirittura influenzare le tendenze globali.

Questo non significa che non ci siano differenze tra la Russia e l’Arabia Saudita o che Riyad sarebbe d’accordo a ridurre la produzione di petrolio per aumentare i prezzi, cosa che è di importanza cruciale per la Russia, o cambi la sua posizione sulla Siria. Significa solo che c’è una logica nel riavvicinamento russo-saudita, che potrebbe aiutare a raggiungere gli obiettivi, nonostante una serie di differenze.

Anche la posizione dell’Arabia Saudita riguardo la Siria differisce radicalmente da quella della Russia, Riyad sostiene gruppi terroristici che stanno combattendo per rovesciare il presidente Assad. Il desiderio dell’Arabia Saudita di rovesciare Assad è chiaramente parte del suo più ampio confronto con l’Iran sciita. Un Iran più forte con migliori rapporti con l’Occidente è un incubo per Riyad.

L’influenza iraniana in Iraq e Siria, il suo sostegno ad Hezbollah in Libano, l’ingerenza indiretta nello Yemen e l’influenza con le comunità sciite nei Paesi arabi, tra cui l’Arabia Saudita, lo rendono il principale rivale geopolitico di Riyad. La Russia considera l’Iran come un partner importante, non solo in Medio Oriente ma anche nel Caucaso e in Asia centrale.

Ma in realtà si tratta di un confronto esistenziale dove non è possibile alcun compromesso

La Russia e l’Arabia Saudita differiscono anche sullo Yemen. La Russia sta sollecitando una rapida fine della guerra, la ripresa economica e la riconciliazione tra i gruppi in lotta. Ma l’Arabia Saudita vorrebbe che la Russia adotti una linea più dura sugli Houthi, che vede come proxy dell’Iran in Yemen. Mosca si è astenuta sulla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 2216, che richiedeva che gli Houthi ritirassero le loro forze da Sana’a, capitale dello Yemen.

Un altro fattore che influenza le relazioni Russia-Arabia Saudita è il timore che i gruppi terroristici con connessioni a Riyad forniscano supporto ai radicali wahhabiti nel Caucaso, nell’Afghanistan e nella regione degli Urali-Volga della Russia. Dal momento che i musulmani costituiscono il 14 per cento della popolazione della Russia, Mosca non può chiudere gli occhi di fronte alla possibile crescita di influenza destabilizzante di queste basi nel Paese.

di Cristina Amoroso

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