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L’Iran ritorna ai vertici dei mercati mondiali

di Redazione

Da quando l’accordo sul nucleare ha fatto cadere il muro eretto attorno all’Iran dai suoi nemici, è un continuo fiorire di iniziative di sviluppo e di investimenti, che non si limitano solo a Teheran, tutt’altro.

Il Paese già ad agosto ha raggiunto i 2,9 milioni di barili/giorno, la produzione di petrolio più alta dal 2012, quando l’inasprimento delle sanzioni causò il dimezzamento delle sue esportazioni. L’Iran prevede di aggiungere un altro milione di barili entro sei mesi, riacquistando i livelli d’un tempo, malgrado le resistenze di alcuni Paesi Opec, come gli Emirati e l’Arabia Saudita, che inondano il mercato di greggio nel tentativo di danneggiare Teheran, Mosca e Caracas.

Ma quella iraniana non è un’economia dipendente solo dall’esportazione del greggio, e comunque è universalmente considerata assai più aperta di quanto non lo siano quelle del Golfo, totalmente assoggettate dagli interessi dei gruppi di potere delle monarchie regnanti.

Fra le ultime iniziative, un consorzio di compagnie iraniane, indiane e sudcoreane, ha in corso un progetto del valore di 10 Mld di dollari per la produzione di 1.000 Mw dall’energia solare nel Khuzestan iraniano; la realizzazione intende incrementare il volume delle fonti rinnovabili, che attualmente rappresentano circa il 14% della produzione complessiva di energia nel Paese.

Al contempo, la Oil Corporation indiana è in trattative per la costruzione in Iran di un impianto petrolchimico con un investimento da 3 Mld; secondo le dichiarazioni rilasciate dalla sua dirigenza, nessun altro Paese dell’area presenta le medesime caratteristiche di abbondanza di materie prime e facilità di investimenti.

Anche il Sud Africa si è fatto avanti, e il suo colosso energetico Sasol ha in corso diverse iniziative per lo sviluppo e lo sfruttamento del gas naturale, di cui l’Iran detiene le seconde riserve mondiali dopo la Russia.

Con buona pace di quanti l’hanno osteggiata in tutti i modi, Teheran è vista come un partner promettente ed affidabile, ed è ormai proiettata su una crescente parabola di sviluppo che coinvolge sempre nuovi Paesi e nuovi progetti.

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