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Manovra pensionistica e aumento del debito implicito

La manovra pensionistica contenuta nella legge di bilancio per l’anno 2017, ha affermato Tito Boeri economista italiano, attualmente presidente dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale durante una conferenza organizzata dal Sole 24 Ore, è una manovra che non fa altro che aumentare il debito implicito. Ma di cosa si tratta precisamente? Il debito implicito è l’impegno preso dallo Stato nei confronti degli attuali e futuri contribuenti. Se si dice che il debito implicito è qualcosa che non ha valore, si sta dicendo che si taglieranno le pensioni in futuro.

riforma-pensioniLa manovra pensionistica, continua lo stesso Boeri, non fa altro che scaricare gli oneri sulle generazioni future ed aumenta la spesa pensionistica in favore di categorie che hanno giù usufruito di trattamenti vantaggiosi. E qui si aprono scenari che, a volerli saper vedere, a volerli saper leggere, spiegano il perchè ed il per come, in Italia, si arranchi in discesa. Nell’ambito del sistema pensionistico rimangono forti iniquità, differenze macroscopiche, anche nell’ambito di generazioni nella quale o non si è intervenuti del tutto o  nella quale non si è ancora intervenuto.

Ad esempio, se negli anni ’60, ’70 e ’80, si sarebbe calcolato il debito implicito, le baby pensioni non si sarebbero potute introdurre, in quanto, ci si sarebbe resi conto degli oneri, enormi e pesanti, che sarebbero stati introdotti. Ma siamo in una nazione che si può raffigurare con una metafora ben precisa, quella dell’alveare e delle celle. Piccole corporazioni, catene di interessi, grandi e piccoli che creano una situazione dove ognuna di queste piccole entità è tenuta in piedi dagli interessi che riesce a smuovere e che, essendo tantissime, creano un reticolato di interessi e di privilegi impossibili da estirpare, pena l’esplosione del sistema. Il privilegio visto come diritto acquisito, il diritto acquisito come status che spetta di dovere.

Tito Boeri, ha successivamente dichiarato che la riforma pensionistica crea, ancora qui torna il privilegio, delle situazioni in cui a godere della quattordicesima potrebbero essere delle famiglie che non sono in una posizione di disagio, questo perchè la riforma manca di equità, soprattutto nella parte più corposa del bilancio. Bisognerebbe, ed il condizionale è d’obbligo essendo in Italia, concentrare l’aiuto su persone e famiglie che sono in situazioni di forte disagio, il metodo ci sarebbe, ed è quello del nuovo Isee, ha dichiarato Boeri. Ma si ritorna al discorso dei privilegi e dei diritti che non si devono non solo toccare ma evitare anche di sfiorare con il pensiero.

Se la manovra pensionistica, scritta male perchè pensata male, avesse tenuto conto dei dati che partono dal 2008, anno in cui si fa risalire l’inizio della crisi, si sarebbe potuto vedere che: non solo non si è mai intervenuti in modo corretto e soprattutto sistematico ma che, continuando a pensare all’italiana, ossia in modo approssimativo, si è ignorato che la povertà ha un profilo generazionale che si abbassa al di sotto dei 65 anni.

Questo avrebbe dovuto creare, almeno degli allarmi ed invece le varie riforme pensionistiche si sono sempre contraddistinte per essere delle riforme capestro. Che tutto facevano tranne che andare al nucleo dei privilegi acquisiti, pensati come diritti di nascita.

di Sebastiano Lo Monaco

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