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In aumento gli attacchi di islamofobia in Austria

In Austria gli attacchi di islamofobia sono aumentati del 62 per cento nel 2016, rispetto all’anno precedente. La ricerca del Centro di Documentazione e di Consulenza per i musulmani rivela che il numero di attacchi contro i musulmani ha raggiunto i 253 nel 2016, rispetto ai 156 nel 2015.

IslamofobiaSecondo i ricercatori la grande maggioranza degli episodi di islamofobia ha coinvolto le donne musulmane, verificandosi sui trasporti pubblici o in spazi pubblici. Il 31 per cento degli attacchi sono stati scritti e verbalizzati; il 30 per cento riguarda “discorsi di odio”, il 12 per cento colpisce le istituzioni musulmane e il 5 per cento sono state aggressioni fisiche. Il rapporto ha aggiunto che alcuni dei 253 attacchi hanno avuto luogo all’interno delle istituzioni governative.

Il  Centro di Documentazione e di Consulenza per i musulmani è stato fondato nel 1979 ed ha iniziato a registrare gli attacchi di islamofobia dal 2014, offrendo anche un servizio di consulenza alle vittime.

All’inizio di gennaio, l’Austria è stata l’ultimo Paese europeo a muoversi per vietare il velo integrale negli spazi pubblici. La coalizione del Paese ha accettato di vietare il velo integrale, quali il burqa e il niqab nei tribunali e nelle scuole, mentre sta verificando ulteriormente la possibilità di vietare il velo per le donne impiegate nei servizi pubblici. Il presidente della Comunità di Fede islamica, Ibrahim Olgun, ha criticato aspramente il divieto, affermando che in tal modo si fa fatica a creare un buon rapporto di lavoro tra il governo e la comunità musulmana. Di una popolazione totale di circa nove milioni, circa 600mila sono musulmani, la stragrande maggioranza dei quali di origine turca.

Fino a qualche tempo fa, l’Austria ha avuto un posto eccezionale nel cuore dell’Europa, dove anti-immigrazione e sentimenti anti-musulmani sono in aumento e l’islamofobia è diventato più reale soprattutto nella vita quotidiana. Ha superato la fase di essere un’animosità retorica ed è diventata un’animosità fisica che i musulmani si sentono nella vita quotidiana sia a scuola, che sul posto di lavoro, nel trasporto o semplicemente per strada. Gli episodi di islamofobia in aumento del 30 per cento rispetto al 2015, registrati dal Centro di Documentazione e di Consulenza per i musulmani, possono dipendere anche dalla legge sull’Islam del 25 febbraio del 2015, che secondo il governo austriaco deve fungere da modello per il resto d’Europa.

La Legge sull’Islam dell’Austria

Il 25 febbraio 2015, il Parlamento austriaco ha approvato una legge che ha sostituito la Legge sull’Islam (Islamgesetz) introdotto dall’imperatore Franz Joseph nel 1912. L’aggiornamento sulla legge rappresenta un cambiamento significativo da uno stato con minoranze musulmane indigene ad uno stato con minoranze musulmane immigrate. L’istituzionalizzazione dell’Islam era avvenuta nell’ impero asburgico in cui i musulmani indigeni d’Europa erano stati inseriti attraverso l’annessione della Bosnia Erzegovina. La Legge sull’Islam introdotta dall’imperatore Francesco Giuseppe aveva riconosciuto ufficialmente questa religione all’interno dell’Impero.

Certo, l’Austria attuale non possiede la stessa diversità etnica e religiosa, ma ha continuato a conservare l’eredità imperiale, la differenza religiosa e la tolleranza attraverso accordi costituzionali che hanno riconosciuto le responsabilità dello Stato per gli immigrati. Con la legge del 25 febbraio del 2015 l’Austria sembra essersi ritirata da questo percorso che non molti stati-nazione sono stati in grado di acquisire.

Secondo le autorità austriache, la legge non si propone solo di migliorare le libertà religiose dei musulmani, ma anche di aumentare la loro fedeltà come buoni cittadini austriaci. La nuova legge cerca di ridurre l’ingerenza esterna vietando finanziamenti stranieri per le moschee, gli Imam e le organizzazioni musulmane in Austria. Essa sottolinea anche che la legislazione nazionale deve avere la precedenza sulla legge islamica della Sharia per i musulmani che vivono nel Paese.

Il governo turco ha espresso indignazione per il divieto di finanziamento, che è sinonimo di “islamofobia”. Il responsabile del Dipartimento per gli affari religiosi turco, Mehmet Görmez, ha dichiarato che è stato un “grave errore” perché la nuova normativa riporterebbe “indietro di un secolo” la tradizione di tolleranza dell’Austria verso l’Islam.

di Cristina Amoroso

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